13 maggio 2008

ancora sulla direttiva rimpatri

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Sent: Tuesday, May 13, 2008 10:14 AM
Subject: ancora sulla direttiva rimpatri


Cari amici,
ancora qualche considerazione sulla direttiva "rimpatri", anche in considerazione della mobilitazione che essa ha provocato in questi giorni, in varie sedi (europee e nazionali).




I. Rimpatrio volontario e divieto di reingresso


La proposta di direttiva contiene un punto molto buono: di norma, lo straniero da rimpatriare deve avere la possibilita' di farlo volontariamente entro un certo termine. Se rispetta questo termine, non si applica divieto di reingresso.


Un punto del genere porterebbe, se approvato e recepito, un netto miglioramento della normativa oggi vigente in Italia.


Il problema e' che - in base alla proposta di direttiva - e' possibile derogare alla disposizione sul rimpatrio volontario, oltre che nei casi in cui lo straniero rappresenti un pericolo, anche in quelli in cui vi sia il rischio che si sottragga al provvedimento. E' evidente come questo rischio possa essere facilmente invocato dall'autorita' per procedere in tutti i casi all'allontanamento coattivo.


La cosa e' aggravata dalla previsione che un divieto di reingresso puo' essere sempre imposto nei casi in cui non si sia concessa allo straniero la possibilita' di rimpatrio volontario.






II. Detenzione


Quanto alla detenzione, la direttiva la ammette solo nei casi in cui non sia possibile adoperare altre misure meno afflittive. Anche questa clausola, pero', non intralcerebbe piu' di tanto gli Stati che vogliano ricorrere sistematicamente alla detenzione.


La maggior preoccupazione, dal punto di vista di chi sia preoccupato del possibile impatto sulla normativa italiana, e' data dalla disposizione in base alla quale uno Stato membro puo' stabilire, per la detenzione una durata massima pari anche a sei mesi. Un prolungamento della detenzione di ulteriori dodici mesi e' poi ammesso se la procedura di allontanamento e' ostacolata dalla mancanza di cooperazione dello straniero o dal ritardo nell'ottenere la documentazione necessaria da paesi terzi. E' evidente come, anche in questo caso, la situazione normale e' proprio quella che nella proposta di direttiva si cerca di far apparire eccezionale.


Una apparente attenuazione dell'asprezza di queste disposizioni deriva da quelle che seguono:


a) la detenzione, per ciascun caso, deve essere piu' breve possibile e puo' durare solo finche' i preparativi per l'allontanamento sono in corso e sono effettuati con la dovuta diligenza;


b) in caso di detenzione prolungata lo straniero ha diritto alla revisione periodica del provvedimento di detenzione da parte dell'autorita' giudiziaria;


c) quando e' evidente che non vi e' piu' una ragionevole prospettiva di allontanamento lo straniero deve essere rilasciato immediatamente.




Mi sembra che in questo modo la proposta di direttiva dia luogo ad una dannosa biforcazione: in base a una valutazione discrezionale da parte dell'amministrazione (non strettamente correlata con l'effettivo comportamento dell'interessato), si passa, in modo discontinuo, da un regime di rimpatrio "gentile" (volontario e non aggravato da divieto di reingresso) ad uno in cui lo straniero diventa oggetto di allontanamento coattivo, detenzione e divieto di reingresso. In questo secondo regime, allo straniero viene lasciata una sola possibilita' di contenimento del danno: quella di negare qualunque collaborazione, rendendo cosi' effettivamente impossibile il rimpatrio e illegittima la prosecuzione della detenzione. I metodi coercitivi, invece di giocare a favore della effettivita' della politica di rimpatrio, finiscono cosi' per incentivare proprio il principale ostacolo che quella politica incontra: l'occultamento dell'identita' dello straniero da espellere.


Se l'obiettivo della direttiva e' quello di dotarsi di un sistema di allontanamento efficace ma non inutilmente vessatorio, sarebbe molto piu' equo e vantaggioso esonerare dal divieto di reingresso anche lo straniero (non pericoloso) al quale sia stata negata la possibilita' di rimpatrio volontario, quando questi collabori alle operazioni di identificazione.


Cordiali saluti
sergio briguglio

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